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I Bronzi di Riace, capolavori della Magna Grecia

I Bronzi di Riace sono due famose statue di bronzo risalenti al periodo greco classico V secolo a.C., scoperte nel 1972 da un subacqueo al largo della costa di Riace, in Calabria. Sono esposti al Museo Archeologico Nazionale di Reggio Calabria, dove sono diventati una delle principali attrazioni turistiche della città e della regione.

Descrizione delle due statue

Dopo il recupero, le statue dei Bronzi di Riace furono sottoposte a un importante restauro tra il 1975 e il 1980 a Firenze. L’intervento si concentrò sulla pulizia e la conservazione delle superfici esterne. In seguito, la rimozione della terra di fusione continuò nel laboratorio di restauro del Museo di Reggio Calabria tra il 1992 e il 1995.

La terra di fusione delle statue greche antiche è il materiale utilizzato per creare gli stampi necessari alla fusione delle statue di bronzo. Questo materiale, composto principalmente da argilla, era modellato intorno al modello originale della statua, consentendo agli scultori di creare uno stampo perfettamente adatto alla fusione del bronzo. Una volta completato lo stampo, il modello era rimosso e il bronzo era versato al suo interno per creare la replica della statua. La terra di fusione era fondamentale nel processo di produzione delle statue di bronzo nell’antica Grecia.

Infine, l’ultima fase del restauro avvenne tra il 2010 e il 2013 presso le sale create espressamente per il restauro presso il Consiglio Regionale della Calabria, poiché il Museo era chiuso per lavori di ammodernamento. Le due statue, conosciute come «il giovane» e «il vecchio«, ora presentano un’altezza di circa 1,98 e 1,97 metri rispettivamente, con un peso ridotto da 400 a circa 160 kg dopo la rimozione della terra di fusione.

Le statue, entrambe di dimensioni leggermente superiori al naturale, raffigurano due guerrieri greci completamente nudi e in piedi, con pose dinamiche ed espressive. 

Sono notevoli per la loro straordinaria maestria artistica e per il loro stato di conservazione sorprendentemente buono, considerando l’età e il fatto che siano state recuperate dal fondo del mare.

Non è chiaro se fossero in origine un’unica opera o se furono accostate solo durante il trasporto. Anche il ruolo delle statue è stato oggetto di dibattito, con ipotesi che le identificano come atleti, eroi o divinità.

Le analisi sulle terre di fusione hanno rivelato che entrambe le statue hanno origini greche, rispettivamente dall’Attica e dall’Argolide. I due Bronzi mostrano una nudità eroica e una postura simile, con la gamba destra portante e la sinistra piegata. Originariamente le due statue erano accompagnate da armi, oramai scomparse, molto probabilmente da elmi corinzi, una lancia da oplita e uno scudo.

I dettagli anatomici sono resi con estrema precisione, con vene e muscolatura visibilmente messe in evidenza, tanto che gli esperti hanno pensato ai nomi degli artisti più importanti della scultura greca come Fidia, Policleto e Pitagora di Reggio.

La loro posa del corpo è detta a chiasmo, ed è una disposizione anatomica in cui le parti del corpo sono disposte in modo incrociato o a forma di «X«. In questa posizione, se si traccia una linea immaginaria dall’alto verso il basso e dall’interno verso l’esterno del corpo, si noterà che i segmenti corporei s’incrociano lungo questa linea. Ad esempio, le braccia e le gambe sono poste in modo tale che il braccio destro s’incroci con la gamba sinistra e viceversa.

Gli occhi delle due statue sono realizzati in calcite bianca, con iridi in pasta vitrea e caruncola lacrimale in pietra rosa. Labbra, ciglia e capezzoli sono in rame, mentre la dentatura è in lamina d’argento. Entrambe le statue sono prodotte con la tecnica della fusione a cera persa, una tecnica molto comune nella Grecia antica.

Il Bronzo A (guerriero giovane) presenta una capigliatura lavorata e una barba fitta, con ciocche modellate singolarmente; sulla fronte è applicata la kyne, fascia che incornicia i riccioli e conferisce regalità all’acconciatura.

Il Bronzo B (guerriero vecchio) ha la testa liscia, deformata verso l’alto per accogliere meglio l’elmo corinzio rialzato sul capo in modo da lasciare il volto scoperto. La datazione precisa dei Bronzi di Riace è ancora oggetto di dibattito, ma sono considerati due capolavori della bronzistica greca del V secolo avanti Cristo.

I due guerrieri sono esposti in sale create a tale scopo nel Museo Archeologico Nazionale di Reggio Calabria, con umidità costante e dove entrano poche persone alla volta.

Il basamento antisismico dei Bronzi di Riace nel Museo Archeologico è stato realizzato con tecnologie all‘avanguardia, di fondamentale importanza per la conservazione e la sicurezza di queste preziose opere d’arte. Il basamento è stato progettato e realizzato con l’obiettivo di proteggere le statue da eventuali danni causati da terremoti o altre calamità naturali, tenendo conto dell’alta sismicità della regione Calabria.

Foto : RaiCultura

Il Museo Archeologico Nazionale di Reggio Calabria

Il Museo Archeologico Nazionale di Reggio Calabria (MArRC) è un’importante istituzione museale all’avanguardia situata nella città di Reggio Calabria. 

È stato progettato dal famoso architetto Marcello Piacentini negli anni Trenta del secolo scorso. Collocato nel cuore della città, il Museo è un elemento importante del paesaggio urbano e della vita dei reggini. Si affaccia, da un lato, sulla centrale Piazza De Nava, dall’altro, sul lungomare Italo Falcomatà, con la splendida vista sullo Stretto di Messina. Nasce dalla fusione del Museo Statale e del Museo Civico, inaugurato nel 1882 per conservare reperti archeologici locali.

Dopo i danni causati dal terremoto del 1908, fu promossa la creazione di un Museo Nazionale Archeologico. Il palazzo fu ceduto al Ministero della Pubblica Istruzione nel 1948, e il Museo Civico fu soppresso. Nel novembre del 2009, il Museo è stato chiuso per restauro e definitivamente riaperto al pubblico il 30 aprile 2016. L’elemento  architettonico principale dell’allestimento attuale, è il nuovo cortile interno, coperto da un soffitto in vetro trasparente, sostenuto da una struttura tecnologicamente avanzata, e grazie a questa tecnica, l’atrio è inondato di luce.

Il Museo è famoso soprattutto per i celebri Bronzi di Riace e per le due stupende Testa di Filosofo e Testa di Basilea, ma vanta anche una vasta collezione di reperti archeologici provenienti dalla Calabria e da altre regioni circostanti. 

Con 220 vetrine e quattro piani espositivi, il percorso del museo racconta la storia della Calabria dalla preistoria all’età romana. 

Il percorso di visita al Museo è suddiviso in livelli, che corrispondono ciascuno a un piano dell’edificio, la visita inizia cronologicamente dal secondo piano.

Segue un breve elenco dei percorsi museali:

  • Secondo piano: Livello A — Preistoria e Protostoria — prima della Magna Grecia ed età dei metalli (da 120.000 a 12.000 anni fa);
  • Primo piano: Livello B — Città e santuari della Magna Grecia (Crotone, Medma, Hipponion, Sibari, Caulonia e Locri);
  • Mezzanino: Livello C — Necropoli e vita quotidiana della Magna Grecia – Lucani e Brettii;
  • Piano terra: Livello D – Storia di Reggio Calabria fino all’età romana – I bronzi di Riace e di Porticello;
  • Piano interrato: Livello E — Le mostre temporanee di MArC e l’accesso alla necropoli ellenistica.

La necropoli ellenistica situata nel pianto interrato del Museo, fu scoperta durante i lavori di costruzione del Museo stesso e si riferisce all’antica Rhegion greca. La necropoli comprende circa 100 tombe di varie tipologie, dalle semplici ustrina alle camere in mattone con volte a botte o copertura a libro. Risale al IV-II secolo a.C. ma reperti più antichi suggeriscono un utilizzo già dall’età classica. 

Degno di nota è che il MArC ospita la più ricca e completa collezione di bronzi greci del V secolo a.C. detto il periodo classico.

Informazioni utili per visitare il MArC

Giorni e orari di apertura: da martedì domenica, dalle 9.00 alle 20.00

Ultimo ingresso ore 19.30

Ingresso gratuito la prima domenica del mese

Visite guidate disponibili in italiano e inglese

Come raggiungere il Museo Archeologico di Reggio Calabria.

In auto: raggiungere il museo seguendo le indicazioni stradali per Reggio Calabria e quindi per il centro città. Il museo si trova nel cuore di Reggio Calabria, quindi seguire le indicazioni per il centro storico o per la zona del lungomare «I. Falcomatà».

Trasporto pubblico: Reggio Calabria è ben servita da autobus e treni. Il turista può prendere un autobus locale o un treno per Reggio Calabria e poi utilizzare i mezzi pubblici locali o camminare per raggiungere il Museo, che si trova in una posizione centrale facilmente accessibile.

A piedi: si può facilmente raggiungere il Museo a piedi. È situato nelle vicinanze della centrale Piazza De Nava e del lungomare Italo Falcomatà.

Indipendentemente dal mezzo di trasporto scelto, una volta arrivati a Reggio Calabria, si possono chiedere informazioni locali agli Uffici del Turismo, uno è situato in Via Marina 2, l’altro nei pressi della Stazione Ferroviaria in Piazza Garibaldi. Non resta che chiedere una mappa della città per trovare la via migliore per raggiungere il Museo Archeologico.

Copertina: RaiCultura

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