Nel cuore dell’Umbria, la cittadina di Gubbio si anima ogni 15 maggio con la Festa dei Ceri, una delle manifestazioni folkloristiche più antiche d’Italia. Questo evento, che affonda le sue radici nel XII secolo, è un tributo a Sant’Ubaldo Baldassini, vescovo e patrono della città, la cui morte nel 1160 segnò l’inizio di una tradizione che continua a vivere con immutata passione
Origini e significato
La Festa dei Ceri ha origini che si intrecciano tra fede e tradizione. Secondo la tradizione, la celebrazione nacque come atto di devozione verso Sant’Ubaldo, con le corporazioni medievali che offrivano ceri votivi al santo. Nel corso dei secoli, questi ceri si trasformarono in tre strutture lignee, alte circa quattro metri, sormontate dalle statue di Sant’Ubaldo, San Giorgio e Sant’Antonio Abate, rappresentanti rispettivamente dei muratori, dei mercanti e degli agricoltori
La corsa e i suoi protagonisti
Il clou della festa è la Corsa dei Ceri, una processione in cui i «ceraioli» trasportano a spalla i pesanti ceri attraverso le strette vie di Gubbio, fino alla basilica di Sant’Ubaldo situata sul Monte Ingino. La corsa è caratterizzata da un’energia travolgente, con i ceraioli che, vestiti con i colori distintivi del loro santo (giallo per Sant’Ubaldo, blu per San Giorgio e nero per Sant’Antonio), si muovono con agilità e coordinazione, sostenuti dall’entusiasmo della folla.
Un patrimonio culturale vivente
La Festa dei Ceri non è solo un evento religioso, ma un simbolo dell’identità eugubina. Dal 1973, i tre ceri sono diventati il simbolo ufficiale della Regione Umbria, rappresentati nel suo gonfalone e nella bandiera. Nel 2013, la festa è stata riconosciuta come patrimonio culturale immateriale dell’umanità dall’UNESCO, insieme ad altre manifestazioni italiane caratterizzate dal trasporto di grandi macchine a spalla .
La Festa dei Ceri di Gubbio è un esempio straordinario di come una comunità possa mantenere viva una tradizione secolare, adattandola ai tempi senza snaturarne l’essenza. In un’epoca in cui molte tradizioni rischiano di scomparire, eventi come questo ci ricordano l’importanza di preservare il nostro patrimonio culturale, non solo come memoria del passato, ma come forza vitale per il futuro.
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