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Biennale di Venezia 2024, 60^ Esposizione Internazionale d’Arte

L’Esposizione Internazionale d’Arte, nel contesto della Biennale di Venezia 2024, giunge alla sua 60esima edizione: da sabato 20 aprile a domenica 24 novembre 2024 è possibile ammirare l’allestimento curato da Adriano Pedrosa dal titolo “Stranieri Ovunque — Foreigners Everywhere” all’insegna dell’inclusione, della diversità intesa come risorsa e della lotta alle discriminazioni. 

I due nuclei della mostra

La novità di quest’anno risiede nella partecipazione di artisti che per la prima volta prendono parte alla mostra, con l’obiettivo di dare risalto a nomi emergenti o ancora poco conosciuti. Al contempo, il titolo “Stranieri Ovunque – Foreigners Everywhere” ha un significato tanto intenso, quanto importante, così come spiegato dallo stesso Pedrosa: “L’espressione Stranieri Ovunque ha più di un significato. Innanzitutto, vuole intendere che ovunque si vada e ovunque ci si trovi si incontreranno sempre degli stranieri: sono/siamo dappertutto. In secondo luogo, che a prescindere dalla propria ubicazione, nel profondo si è sempre veramente stranieri”.

L’Esposizione, che si estende tra il Padiglione Centrale, i Giardini e l’Arsenale, è composta da due nuclei ben distinti: il Nucleo Storico e il Nucleo Contemporaneo. Il primo comprende opere risalenti al XX secolo “provenienti dall’America Latina, dall’Africa, dall’Asia e dal mondo arabo” racconta il curatore. E aggiunge: “Si è scritto molto sui modernismi globali e su quelli del Sud del mondo, motivo per cui in alcune sale saranno esposti lavori provenienti da tali territori, come a costituire una sorta di saggio, una bozza, un ipotetico esperimento curatoriale volto a mettere in discussione i confini e le definizioni del Modernismo. Conosciamo fin troppo bene la storia del Modernismo in Euroamerica, ma i modernismi del Sud globale rimangono in gran parte sconosciuti”.

Il Nucleo Storico abbraccia 3 sale nel Padiglione Centrale, precisamente la sala dedicata alle Astrazioni, la sala Ritratti e la sala che racchiude esempi della diaspora artistica italiana nel mondo durante il Novecento. “Le due sale che ospitano i ritratti — spiega Pedrosa — comprendono le opere di 112 artisti, per lo più dipinti, ma anche lavori su carta e sculture, coprendo un arco di tempo compreso tra il 1905 e il 1990. La sala dedicata alle Astrazioni include 37 artisti: quasi tutti sono esposti insieme per la prima volta in impreviste giustapposizioni, auspicando così connessioni, associazioni e parallelismi inediti che vanno ben oltre le categorie piuttosto semplici che ho proposto. Una terza sala del Nucleo Storico — aggiunge — è dedicata alla diaspora di artisti italiani che hanno viaggiato e si sono trasferiti all’estero integrandosi nelle culture locali e costruendo le proprie carriere in Africa, Asia, America Latina nonché nel resto d’Europa e negli Stati Uniti; artisti che spesso hanno avuto un ruolo significativo nello sviluppo delle narrazioni del Modernismo al di fuori dell’Italia. In questa sala saranno esposte le opere di 40 autori italiani di prima o seconda generazione, collocate negli espositori a cavalletto in vetro e cemento di Lina Bo Bardi”. 

Il Nucleo Contemporaneo, invece, si concentra su quattro soggetti specifici: l’artista queer, che rimbalza tra sessualità diverse; l’artista outsider, quasi sempre emarginato; l’artista folk o popular, un vero e proprio autodidatta; l’artista indigeno, trattato da straniero nella sua stessa terra. “Gli artisti indigeni — sottolinea il curatore — hanno una presenza emblematica e le loro opere accolgono il pubblico nel Padiglione Centrale. Il Nucleo Contemporaneo ospita nelle Corderie una sezione speciale dedicata a Disobedience Archive, un progetto di Marco Scotini che dal 2005 sviluppa un archivio video incentrato sulle relazioni tra pratiche artistiche e attivismo”.

Partecipanti da ogni parte del mondo

La 60esima edizione dell’Esposizione Internazionale d’Arte di Venezia è supportata da 86 Partecipazioni Nazionali nei Padiglioni, nei Giardini, nell’Arsenale e nel centro storico. Sono ben 4 i Paesi che partecipano per la prima volta: Repubblica del Benin, Etiopia, Repubblica Democratica di Timor Leste e Repubblica Unita della Tanzania, mentre Nicaragua, Repubblica di Panama e Senegal partecipano per la prima volta con un proprio padiglione.

Il Padiglione Italia è a cura di Luca Cerizza, supportato dal progetto Due qui/To hear dell’artista Massimo Bartolini. Inoltre, è presente anche il Padiglione della Santa Sede, la cui mostra porta il titolo “Con i miei occhi”, a cura di Bruno Racine e Chiara Parisi

L’Esposizione prevede 30 eventi collaterali, tutti approvati da Pedrosa e promossi da enti e istituzioni sia pubbliche, che private senza scopo di lucro. Si dispiegano per tutta la città di Venezia e propongono ai presenti una serie di attività che vanno ad arricchire una mostra già perfettamente curata nel minimo dettaglio. 

L’affluenza è notevole e la mostra non è ancora giunta al termine, anzi: si prospettano molti altri visitatori nei prossimi mesi, spinti dalla voglia di prendere parte a un evento di risonanza internazionale e vivere in prima persona un’esperienza all’insegna dell’arte, della storia e della cultura in una Venezia semplicemente straordinaria. 

Copertina: Unsplash

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