La Biennale di Venezia 2024 scalda i motori con la Biennale Arte, giunta alla sua sessantesima edizione, dal 20 aprile all’Arsenale. Fin dalla sua fondazione, avvenuta nel 1895, la Biennale di Venezia si è sempre proposta come un evento all’avanguardia mirato alla promozione delle nuove tendenze artistiche.
Dal suo esordio, con la prima Esposizione Internazionale d’Arte, la Biennale di Venezia giunge alla sua sessantesima edizione caratterizzata dalla sua solita offerta culturale, composta da Cinema, Musica, Teatro, Architettura e Danza.
Riuscire a vedere tutto è puntualmente impossibile, ma chiunque lo desideri potrà vivere un’esperienza davvero straordinaria tra il 20 aprile e il 24 novembre 2024 nella bellissima città lagunare.
Quest’anno, il titolo della manifestazione è “Stranieri Ovunque — Foreigners Everywhere”, così come voluto dal curatore Adriano Pedrosa con l’obiettivo di celebrare lo straniero, l’outsider, il queer e l’indigeno. Il tema di questa edizione, infatti, ruoterà attorno agli artisti stranieri, immigrati, espatriati, diasporici, esiliati e rifugiati, con un’attenzione particolare per coloro che si sono spostati tra il sud e il nord del mondo.
Un argomento molto attuale, quello scelto da Pedrosa, soprattutto in un contesto storico che sta rivivendo gli orrori del passato dettati proprio dal rifiuto dello straniero e che avrebbe bisogno di comprendere che, in fondo, siamo tutti uguali.
Foto : Biennale
Come sarà la Biennale di Venezia 2024
In nome della tradizione, le sedi principali della Biennale di Venezia rimarranno l’Arsenale e i Giardini; tuttavia, la mostra a cura di Pedrosa e i 90 padiglioni nazionali saranno contornati da una serie di eventi collaterali sparsi per tutta la città, con una sezione speciale a Forte Margherita interamente dedicata all’artista italiana Nedda Guidi.
Nello specifico, la mostra Stranieri Ovunque sarà suddivisa in due macro-sezioni, cioè il nucleo contemporaneo e il nucleo storico, che proporranno un’ampia selezione di artisti che possono essere definiti stranieri in quanto immigrati emarginati, rifugiati, esuli, indigeni o queer.
La maggior parte degli spazi allestiti nell’Arsenale e nel Padiglione centrale dei Giardini sarà dedicata a quegli artisti che, a causa delle dinamiche sociopolitiche attuali, vivono sulla propria pelle la condizione di straniero. Al nucleo storico, invece, saranno dedicate solo tre sale che, però, accolgono il maggior numero di artisti; qui sarà possibile rileggere il Novecento con un’altra chiave di lettura, ad esempio tramite l’indagine di forme di modernismo considerate non occidentali, oppure approfondendo i panorami storico-artistici di Africa, Asia, Centro e Sud America e Oceania. Questa sezione, inoltre, sarà caratterizzata principalmente da pittura, disegno e scultura, con opere suddivise in tre sezioni: Astrazioni, Ritratti e Diaspora italiana.
Ed è proprio a quest’ultima sezione, cioè alla Diaspora italiana, che la Biennale di Venezia vuole dedicare particolare attenzione, in quanto tradizione artistica molto poco analizzata: si tratta di artisti italiani o di origine italiana che hanno deciso di trasferirsi all’estero (e non solo in Europa o negli Stati Uniti, ma in qualsiasi continente del mondo) portando la loro cultura altrove e mescolandola con le tradizioni autoctone, creando qualcosa di unico e speciale. Come omaggio, verranno esposte le opere di 40 artisti con un allestimento a pannelli vitrei, un’altra idea del curatore Adriano Pedrosa.
Biennale Session, il progetto per le Università
Anche quest’anno, dopo ben 13 anni, la Biennale di Venezia conferma il progetto Biennale Session dedicato alle Università, alle Accademia e a tutte le istituzioni che operano nel campo della ricerca e della formazione in ambito artistico e architettonico.
Gli studenti e i docenti, in gruppi di 50 persone al massimo, potranno quindi prenotare visite di 3 giorni organizzate direttamente da loro, usufruendo della possibilità di realizzare seminari in luoghi di mostra messi a loro disposizione a titolo interamente gratuito.
Biennale di Venezia e sostenibilità ambientale
Non solo arte, ma anche attenzione per l’ambiente: la Biennale di Venezia è, infatti, da sempre impegnata nella lotta al cambiamento climatico proponendo e promuovendo un modello più sostenibile per la progettazione, l’allestimento e lo svolgimento di tutte le manifestazioni proposte.
In particolare, l’obiettivo della Biennale di Venezia consiste nell’azzerare l’impatto carbonico dei propri eventi e, per farlo, lavorerà in due direzioni: riducendo le emissioni sotto il proprio controllo e compensando le emissioni residue tramite l’acquisto di crediti di carbonio certificati, realizzati grazie a progetti di energia rinnovabile in Colombia e India.
Al contempo, nel corso dell’intera manifestazione, tutta la Mostra si impegnerà per sensibilizzare quanto più possibile i partecipanti sul tema, scegliendo una comunicazione adeguata e organizzando meeting coinvolgenti.
Come acquistare i biglietti per la Biennale di Venezia 2024
La 60esima edizione della Biennale di Venezia, a cura di Adriano Pedrosa e dal titolo “Stranieri Ovunque — Foreigners Everywhere” si svolgerà da sabato 20 aprile a domenica 24 novembre 2024 tra i Giardini, l’Arsenale e altri luoghi caratteristici della città di Venezia.
La Mostra vanterà 88 Partecipazioni Nazionali e avrà come fulcro il nucleo contemporaneo, affiancato dal nucleo storico, che proporrà una vasta gamma di opere del XX secolo provenienti da Asia, Africa, America Latina e mondo arabo. I protagonisti, come già accennato, saranno tutti gli artisti che, in qualità di immigrati, espatriati, diasporici, emigrati, esiliati, queer e rifugiati, possono essere considerati stranieri.
Per scoprire tutti gli eventi in programma e acquistare i biglietti è possibile visitare il sito https://www.labiennale.org/it/biglietti.
Copertina: Labiennale