Nel cuore della Puglia, sorge un gioiello architettonico che affascina e incanta i visitatori da secoli: Castel del Monte.
La fortezza sorge nel territorio del Parco Nazionale dell’Alta Murgia.
Questi due luoghi iconici offrono un’esperienza straordinaria, unendo la storia millenaria dell’architettura medievale con la bellezza incontaminata della natura.
Castel del Monte, breve storia
Situato su una collina a 500 metri di altezza, isolato nella campagna pugliese nel territorio comunale di Andria, provincia di Barletta-Andria-Trani (BAT), Castel del Monte sorge come un monolite di assoluta bellezza e mistero. Questo castello è un esempio straordinario di architettura medievale, con la sua forma ottagonale unica e la sua simmetria perfetta. Costruito nel XII secolo per ordine di Federico II di Svevia, Castel del Monte presenta una combinazione unica di elementi architettonici normanni, gotici e orientali, che riflettono il genio eclettico del suo committente.
Federico II di Svevia, una figura avvolta dal mistero e circondata da leggende, è stato uno dei personaggi più affascinanti del Medioevo. Appassionato di matematica, poesia, filosofia, astronomia e falconeria, questo sovrano cosmopolita ha lasciato un’impronta indelebile nella storia, accogliendo studiosi provenienti da diverse culture presso la sua corte reale a Palermo.
Durante il suo regno, Federico II fece erigere numerosi castelli in Italia meridionale, ma è nel Castel del Monte che emergono la sua visione unica e le sue passioni.
É stato costruito con estremo rigore geometrico e matematico dal 1240, combinando elementi stilistici diversi in un perfetto mix che lascia stupefatti i turisti odierni.
Tra le prime testimonianze scritte sulla costruzione dell’edificio, la lettera stessa dell’Imperatore Federico II del 29 gennaio 1240, il quale ordina la costruzione di un castello presso la chiesa e il monastero di Santa Maria del Monte. La Bolla Dignitatem ecclesiis, privilegio di papa Callisto II del 6 novembre 1120, documenta l’esistenza del monastero, distrutto già nel 1317. L’attribuzione dell’architetto è incerta, anche se molti storici propendono per un diretto coinvolgimento dell’Imperatore nel progetto architettonico.
Il castello fu usato come prigione durante il Regno di Manfredi e Carlo I, e subì danni durante una spedizione francese nel 1528. Nel 1552 fu venduto al Conte di Ruvo e poi acquistato dallo Stato italiano nel 1876. Restaurato nel corso del tempo, nel 1996 è stato inserito nella lista dei Patrimoni dell’umanità dell’UNESCO.
Stile architettonico del castello
Il castello ha una forma ottagonale e presenta una simmetria perfetta in tutte le sue parti. I muri esterni sono realizzati con blocchi di pietra calcarea locale, che conferiscono al castello un aspetto robusto e imponente. Le dimensioni del Castel del Monte sono notevoli. La pianta del castello è un ottagono regolare, ogni lato misura 16,30 metri.
Al suo interno vi è un altro ottagono, il cortile, i cui lati misurano ciascuno 8,65 metri.
L’altezza originale della parete del cortile era di 20,50 metri, mentre il diametro del cortile è di 17,87 metri.
Sugli spigoli della pianta ottagonale sono posti otto torrioni ottagonali le cui facce misurano ciascuna 3,10 metri. Il diametro del castello è di 56 metri, mentre il diametro di ciascuna torre è di 7,80 metri.
La lunghezza di ogni cortina muraria tra le torri è di 10,30 metri, mentre lo spessore delle murature delle cortine esterne è di 2,40 metri.
L’altezza di ciascuna torre è di 24 metri.
L’accesso al castello avviene attraverso un unico ingresso, sormontato da un arco a tutto sesto. La porta d’ingresso è protetta da due leoni scolpiti in pietra, che aggiungono un tocco di grandiosità all’entrata del castello.
All’interno, il Castel del Monte è caratterizzato da un cortile centrale, circondato da una serie di stanze disposte su due piani.
Le stanze sono otto al piano terra e otto al primo piano, la geometria del numero otto ripetuta ossessivamente nell’edificio, hanno portato gli studiosi a pensare a un significato esoterico del castello.
Ad esempio, le cupole delle chiese e degli edifici antichi e medievali spesso presentano una forma ottagonale, che evoca il cielo stellato. L’ottagono, simile al cerchio, rappresenta l’idea di eternità, mentre il numero otto è considerato sacro, simbolo di resurrezione e attributo di Maria.
Questo simbolismo profondo ha radici antiche: tra i suoi cultori illustri vi sono Plutarco, Sant’Ambrogio e Sant’Agostino d’Ippona. La scelta dell’ottagono per le cupole oppure per la pianta di un edificio, non è casuale, bensì riflette la ricchezza di significati e la sacralità attribuita a queste strutture architettoniche.
Attraverso il simbolismo del numero otto, gli edifici antichi e medievali celebrano la spiritualità e la ricerca dell’eternità, offrendo un richiamo tangibile al divino attraverso l’arte e l’architettura.
Gli interni del castello oramai sono spogli degli arredi e dei fregi architettonici, sono rimasti solo i camini medievali.
La luce che illumina il primo piano arriva da otto finestre monofore situate su ciascuno degli otto lati della pianta. Lo stesso numero di finestre si trova al piano superiore, con una piccola differenza: sette finestre sono bifore, mentre una sola, quella rivolta verso Andria, divisa in tre aperture.
I due piani della fortezza sono collegati internamente da scale a chiocciola situate solo in tre torri ottagonali.
Quello che rende Castel del Monte veramente straordinario, inoltre, è la sua posizione studiata con cura, che regala spettacolari effetti di luce e ombra durante specifici periodi dell’anno. E’ un luogo intriso di storia, cultura e bellezza, che incanta i turisti con la sua magnificenza e il suo fascino senza tempo.
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Informazioni utili per visitare Castel del Monte
Il castello è visitabile, prevede un biglietto di entrata a pagamento e i suoi orari di apertura sono i seguenti:
- Aperto tutti i giorni, eccetto il 25 dicembre e il 1° gennaio;
- 1° aprile al 30 settembre dalle ore 10 alle 18,45.
Ultimo ingresso consentito alle ore 18;
- 1° ottobre al 31 marzo dalle ore 9 alle 17,45.
Ultimo ingresso consentito alle ore 17.
Come raggiungere Castel del Monte
In auto: da Bari, percorrendo prima la SP231 fino all’uscita Minervino /Castel del Monte e poi la SP234. Da Andria si può arrivare a Castel del Monte percorrendo la SS170dir.
Dalla città di Andria si può prendere un autobus urbano che garantisce il collegamento tra la città e Castel del Monte.
In treno: Andria ha una stazione ferroviaria collegata con tutte le città della Puglia, una volta arrivati ad Andria, proseguire per Castel del Monte utilizzando il servizio urbano di autobus.
Il Parco Nazionale dell’Alta Murgia
Il Parco Nazionale dell’Alta Murgia, istituito con d.P.R. 10 marzo 2004, è tra i più estesi in Italia con i suoi 68.077 ettari, compresi nei territori dei tredici Comuni del Parco: Altamura, Andria, Bitonto, Cassano Murge, Corato, Gravina in Puglia, Grumo Appula, Minervino Murge, Poggiorsini, Ruvo di Puglia, Santeramo in Colle, Spinazzola, Toritto.
Questi comuni fanno parte delle Province di Bari e BAT.
Il Parco è caratterizzato dalla presenza di due habitat prioritari: le «Praterie su substrato calcareo con stupenda fioritura di orchidee” e i “Percorsi substeppici di graminacee e piante annue”. Il Parco è caratterizzato da una spettacolare varietà di elementi naturali, tra cui creste rocciose, doline, dolci colline, cavità carsiche e scarpate ripide. Qui si mescolano l’azione della natura e quella dell’uomo attraverso secoli di storia. Masserie in pietra, talvolta fortificate, testimoniano la presenza umana, con recinti, stalle, cisterne e chiesette.
L’Alta Murgia racconta la storia dell’uomo attraverso il paesaggio, con storie di pastori, agricoltori e antichi abitanti che condividevano la terra con dinosauri e animali domestici. Numerose tombe scavate nella pietra e scheletri umani conservati testimoniano questa storia millenaria.
Le tracce della dominazione normanno-sveva si trovano nei centri storici dei tredici comuni del Parco, culminando nell’imponente Castel del Monte. La flora e la fauna sono altre caratteristiche rilevanti del Parco.
Flora e fauna del Parco
L’Alta Murgia ospita una variegata vegetazione, con formazioni rocciose, boschi densi e ampie praterie. Tra gli alberi più comuni ci sono il cipresso, il pino d’Aleppo e la quercia, mentre nei boschi si trovano roverelle, fragni, querce spinose e lecci. Nelle zone steppiche, abbonda l’asfodelo, la ferula e numerose specie di orchidee, tra cui alcune autoctone del territorio. Il sottobosco è ricco di piante come il caprifoglio, il biancospino e il mirto, mentre sulle rocce crescono il cappero, il rosmarino e l’origano. Nei pascoli, si trovano asparagi, fichi, mandorli e altre piante arboree e arbustive. Numerosi fiori impreziosiscono il paesaggio, insieme a funghi commestibili come il cardoncello. Nel Parco, è possibile trovare una varietà di mammiferi, tra cui donnole, faine, istrici, lepri, scoiattoli, e diversi tipi di roditori come il moscardino, il ghiro e il topo selvatico. La presenza di volpi, tassi e puzzole si aggiungono alla diversità della fauna.
Particolarmente interessanti sono i gatti selvatici, mentre i chirotteri arricchiscono il panorama naturalistico.
In passato, i lupi erano presenti nel Parco, ma la loro popolazione è diminuita. Tuttavia, con l’aumento dei cinghiali, si sono registrati nuovi avvistamenti di lupi che tornano nell’area. Questi animali si stanno adattando all’habitat della Murgia, con segnalazioni di presenza nelle zone delle provincie di Brindisi e Taranto.
Tra i rettili, si trovano il ramarro, il geco di Kotschy e diversi serpenti, tra cui la vipera, il cervone, il biacco, la biscia dal collare e il colubro leopardino.
Nonostante l’ambiente arido, sono presenti anfibi come il rospo comune, il rospo smeraldino, la rana di Uzzell, l’ululone appenninico e il tritone italiano.
Il parco ospita numerose specie di uccelli, tra cui l’occhione e il culbianco, mentre è in corso un progetto per reintrodurre la gallina prataiola. Sono comuni tordi, merli, upupe, usignoli, pettirossi, corvi imperiali, taccole e gazze. Si possono avvistare anche picchi rossi e verdi, colombi selvatici, tortore selvatiche e tortore dal collare. Tra i rapaci il gheppio, il nibbio bruno, il falco lanario, il falco pellegrino, il falco grillaio, l’aquila reale, la poiana, il nibbio reale, il biancone, l’albanella minore, il falco di palude, il barbagianni, la civetta, l’allocco, il gufo comune e l’assiolo. Inoltre, è possibile avvistare l’airone cenerino e la cicogna durante i periodi di migrazione.
Nel Parco si possono ammirare anche le antiche vestigia del passato, tra edifici sacri storici e castelli.
Sul sito ufficiale del Parco Nazionale dell’Alta Murgia, i turisti e gli escursionisti possono scaricare una guida gratuita con tutte le informazioni per visitare il parco in sicurezza.
I Sapori del Parco
La cucina dell’Alta Murgia offre piatti tipici che combinano essenze spontanee locali come cicoriella, finocchietto, lampascione e fungo cardoncello con prodotti agricoli come la semola di grano duro. Da allevamenti locali derivano formaggi come il canestrato pugliese, il «fior di latte» e la «ricotta forte», oltre a piatti di carne di agnello, capretto e pecora. In alcune zone si trovano piatti a base di carne di cavallo. L’olio d’oliva locale, prodotto nella zona pedemurgiana, ha ottenuto il riconoscimento della D.O.P. «Terra di Bari-Bitonto«. Tra i vini locali, si segnalano i D.O.C. «Gravina«, «Gioia del Colle«, «Castel del Monte» e altri con marchio I.G.T. «Murge«.
Come raggiungere il Parco
In auto: dall’autostrada A14 Bologna — Bari, si esce ai caselli di Trani, Molfetta, Bitonto, Bari-Nord, Bari-Sud e Gioia del Colle, poi si seguono le direzioni per le città della Murgia. Dalla Basilicata e dalla Calabria si accede tramite le strade statali 96, 97 e 99.
In treno: con le Ferrovie Apulo Lucane (FAL) si raggiunge Gravina in Puglia, passando per vari paesi della Murgia. Con le Ferrovie dello Stato (Trenitalia), si può arrivare a Gioia del Colle e da lì procedere verso Santeramo, Altamura, Gravina, Poggiorsini, Spinazzola o Minervino Murge. Le Ferrovie Bari-Nord (Ferrotramviaria spa) collegano Bitonto, Ruvo, Corato e Andria.
In aereo: dall’Aeroporto di Palese si raggiunge Bari e poi si prosegue verso Altamura o Gravina in Puglia con i treni delle Ferrovie Apulo Lucane (FAL).
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