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Uiltec: “Italia a rischio deindustrializzazione, il governo si svegli prima che sia troppo tardi”

La segretaria generale Daniela Piras lancia l’allarme da Prato: senza una politica industriale chiara, le Pmi non sopravviveranno alla tempesta globale. “Energia, moda e manifattura in bilico. Serve una Legge Quadro per difendere il Made in Italy”.

Una crisi silenziosa ma devastante si sta abbattendo sull’economia italiana. A lanciare l’allarme è Daniela Piras, segretaria generale di Uiltec, che durante una tavola rotonda a Prato – nel cuore del distretto tessile più importante d’Europa – ha denunciato il pericolo concreto di una deindustrializzazione progressiva del Paese.

«Negli ultimi cinque anni – ha affermato – è come se sull’Italia si fosse abbattuta una tempesta perfetta. La mancanza di una visione industriale, in particolare sul fronte energetico, ci ha resi meno competitivi e vulnerabili sui mercati globali».

L’intervento della leader sindacale è avvenuto nel contesto della tappa toscana della Carovana Uil, dove si è discusso delle crisi industriali che attraversano trasversalmente l’intero Paese, con effetti drammatici soprattutto per le piccole e medie imprese.

Piras ha evidenziato come i confini economici abbiano ormai superato quelli politici, lasciando l’Italia priva di strumenti reali per incidere sulle decisioni strategiche. «Mentre si discute di fondi per il riarmo europeo, non si mostra la stessa creatività nel sostenere comparti vitali come il Made in Italy», ha sottolineato, riferendosi alle recenti proposte del ministro dell’Economia Giancarlo Giorgetti.

Il caso del distretto pratese è emblematico. Un’eccellenza europea messa in crisi dalla contrazione della domanda internazionale, in particolare da parte di Cina, Russia e Stati Uniti, storici acquirenti del nostro sistema moda. Secondo Piras, anche con la ripresa globale, i grandi gruppi avranno risorse per resistere, ma il vero rischio riguarda le Pmi, che potrebbero non rialzarsi mai più.

Il messaggio è chiaro: serve un intervento strutturale. «Il governo approvi al più presto una Legge Quadro per salvare i settori industriali in difficoltà. Non possiamo più permetterci di restare immobili mentre il tessuto produttivo si sfalda sotto i nostri occhi».

Un appello che suona come un ultimatum. Perché senza industria, l’Italia rischia di perdere molto più del Pil: la propria identità economica e sociale.

Copertina : Pixabay

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