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Il Porcellino di Firenze, la fontana portafortuna  

Mentre Firenze vedeva nascere il suo rinascimento culturale, artistico e scientifico, una statua nota come il Porcellino assumeva il ruolo di talismano della buona sorte.  Situata nella Loggia del Mercato Nuovo, nel cuore del capoluogo toscano, richiama a credenze popolari che ancora oggi attraggono visitatori di tutto il mondo. 

Foto — commons.wikimedia.org 

Il Porcellino di Firenze è situato nel cuore della città e più precisamente in prossimità della Loggia del Mercato Nuovo, poco distante da Ponte Vecchio e Piazza della Signoria.  

In realtà, più che davanti a un porcellino, i visitatori si ritrovano faccia a faccia con una riproduzione realistica di un cinghiale. 

Porcellino di Firenze: storia e provenienza 

Il Porcellino di Firenze ha radici antiche ed è legato a una delle famiglie più potenti di origine toscana, la famiglia dei Medici. 

Deriva da una copia di ispirazione ellenistica scolpita in marmo e donata da papa Pio IV a Cosimo I durante la visita di quest’ultimo a Roma a metà dei Cinquecento. Lo portò con sé a Firenze e lo sistemò a Palazzo Pitti, insieme a due cani di tipo molossoide realizzati in marmo. 

Successivamente l’originale fu portata successivamente agli Uffizi, ma Cosimo II de’ Medici ne volle una versione in bronzo per adornare Palazzo Pitti.  Questa copia fu plasmata da Pietro Tacca, e acquisì personalità e vitalità grazie all’uso della tecnica a cera persa e alla sua maestria nei particolari naturalistici. 

Foto — commons.wikimedia.org 

Dopo qualche anno, fu la volta di Ferdinando II de’ Medici che fu granduca di Toscana dal 1621 al 1670 a decidere di modificare l’opera in una fontana e di posizionarla di fianco alla Loggia del Mercato Nuovo. Oltre alla sua funzione decorativa, la fontana aveva anche una valenza pratica visto che forniva acqua ai mercanti che commerciavano stoffe preziose sotto la loggia.  

La vasca di Pietro Tacca 

Oltre al Porcellino, Pietro Tacca creò anche una base raffigurante l’habitat dell’animale e una vasca originale in bronzo che fungeva da serbatoio per la raccolta delle acque. 

La forma del basamento fu pensata ottagonale, con la parte frontale prolungata in avanti per ospitare una piccola vasca dove l’acqua avrebbe potuto defluire dalla bocca del Porcellino.  

Questo basamento si presentò subito come un vero capolavoro: raffigurava l’ambiente palustre nel quale vive il cinghiale, completo di piante e animali come rettili, anfibi e molluschi, tutti accuratamente resi con straordinario realismo dall’allievo del fiammingo Giambologna

A metà dell’Ottocento l’abile scultore e artigiano Clemente Papi restaurò la statua (base compresa) per rimediare ai danni causati dallo scorrere dell’acqua e dal tempo.  

Negli anni Novanta, dopo vari interventi, l’intero complesso fu rimosso e successivamente spostato al Museo Bardini mentre al suo posto fu posta una copia riprodotta dalla Fonderia Artistica Ferdinando Marinelli

L’analisi estetica del Porcellino 

La scultura raffigura un giovane cinghiale in una postura dinamica, con il muso rivolto verso l’alto e le narici dilatate.  

La texture del manto è eseguita con straordinaria maestria, enfatizzando la forza e la determinazione dell’animale.  

La luce che si riflette sulla superficie crea un suggestivo gioco di ombre e luci, conferendo profondità e vitalità alla superficie del Porcellino. 

Portafortuna: come funziona il Porcellino a Firenze 

Secondo la tradizione popolare, il tocco del naso del cinghiale è sinonimo di buona sorte. Quindi, grazie alle continue carezze di migliaia di mani, non c’è da meravigliarsi che questo piccolo naso oggi risplenda.  

La procedura per assicurarsi la fortuna della fontana del Porcellino di Firenze, come vuole la leggenda, è un po’ più complessa: si inizia inserendo una monetina nella bocca del cinghiale, dopo averne accarezzato il naso. Se la monetina, nel suo percorso, supera la grata dalla quale l’acqua scorre allora la fortuna arriverà. 

Va detto che l’inclinazione della bocca del Porcellino di Firenze è tale che soltanto una moneta pesante riesce a superare agevolmente questa “prova del destino”. 

Foto — commons.wikimedia.org 

La connessione tra il Porcellino di Firenze e Hans Christian Andersen 

La storia del Porcellino di Firenze ha superato i confini fiorentini, diventando il protagonista di una delle fiabe più celebri dello scrittore danese Hans Christian Andersen

Dopo un viaggio nella città, Andersen rimase talmente affascinato dalla statua raffigurante il cinghiale e dal suo significato da decidere di dedicarle “Il Porcellino di bronzo. La fiaba racconta di un bambino povero che, affamato e solo, si ferma davanti alla statua e la abbraccia. A questo punto, il porcellino prende vita e guida il ragazzo in un viaggio fantastico attraverso la storia e la magia dei luoghi più belli di Firenze.  

Il profondo legame che Andersen aveva sviluppato con la città e la sua iconica statua del Porcellino viene ricordato anche da una targa commemorativa posta sulla Loggia del Mercato Nuovo. 

Il Porcellino portafortuna nel mondo 

Nel mondo, esistono numerose repliche della Fontana del Porcellino. Ad esempio, una di esse si trova in Belgio all’interno del parco del castello di Enghien. Un’altra è situata in Francia e più precisamente nella Place Richelme ad Aix-en-Provence. Due copie ulteriori della statua del cinghiale sono a Monaco di Baviera. In aggiunta c’è anche la replica del campus dell’Università di Waterloo, in Ontario. 

Ne esiste una copia anche all’ingresso dell’Ospedale di Sydney. È l’opera donata in memoria del medico Piero Fiaschi dalla Marchesa Fiaschi Torrigiani. Come la statua originale, si crede che porti fortuna sfregarne il naso. 

La Fontana del Cinghialino è situata nella piazza principale di Rispescia. Si tratta di una riproduzione del celebre donata al borgo dal Comune di Firenze nel giorno dell’inaugurazione della frazione di Grosseto. 

Un altro esemplare si trova nella città di Guayaquil (Ecuador) nel Malecón Simón Bolivar e un’altra ancora al Parterres at Park 57 a New York. 

Copertina: visittuscany

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