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Made Green in Italy – il bollino che certifica la sostenibilità dei prodotti italiani

Non esiste solo il Made in Italy, simbolo di qualità e tradizione manifatturiera italiana. Oggi si affianca un nuovo marchio, il «Made Green in Italy», una certificazione che attesta il rispetto di elevati standard ambientali nei processi produttivi, soprattutto nel settore alimentare. Sebbene ancora poco conosciuto dai consumatori, questo bollino sta diventando un obiettivo strategico per molte aziende, che puntano a ottenerlo per dimostrare il proprio impegno verso la sostenibilità.

Un esempio concreto arriva dal settore caseario, dove i principali produttori si stanno contendendo il primato nell’adozione di questa certificazione, rendendola un vero e proprio elemento distintivo sulle confezioni dei loro prodotti. Il Consorzio Asiago, per esempio, ha recentemente dichiarato di essere il primo formaggio DOP a ottenere il marchio «Made Green in Italy». Tuttavia, nel settore sono emerse alcune perplessità sulla completezza dell’iter di certificazione.

Come si ottiene la certificazione? 

Ottenere il bollino «Made Green in Italy» non è un processo semplice. Carlo Proserpio, docente del Politecnico di Milano e coordinatore dei progetti di certificazione ambientale nelle filiere agroalimentari, sottolinea la complessità del percorso: «I criteri base sono 16, ma per ogni prodotto vengono valutati solo i tre indicatori di impatto più significativi, come il cambiamento climatico, il consumo di acqua e l’uso del suolo».

Il processo prevede diverse fasi, dalla richiesta iniziale alla verifica dei requisiti fino alla certificazione vera e propria. Una volta ottenuto, il marchio viene inserito nell’elenco del Mase e può essere esposto sui prodotti, accompagnato da un QR code che permette ai consumatori di accedere a informazioni dettagliate sulla sostenibilità del prodotto.

Secondo l’esperto, il crescente interesse da parte delle aziende per questa certificazione è un segnale positivo, poiché dimostra una maggiore attenzione alla sostenibilità e alla trasparenza nei confronti del consumatore.

Un marchio con radici europee

Sebbene il «Made Green in Italy» stia emergendo solo ora come elemento distintivo, la sua origine risale al 2015, quando venne istituito attraverso un decreto, poi regolamentato nel 2018. L’iniziativa prende spunto dalla raccomandazione della Commissione Europea del 2013 e si basa sul metodo PEF (Product Environmental Footprint), ovvero l’impronta ambientale del prodotto, un parametro aggiornato nel 2021 per rispondere ai più recenti standard scientifici.

L’adesione al sistema è volontaria, il che significa che le aziende possono scegliere di certificarsi solo se soddisfano i requisiti previsti. Il marchio si configura quindi come uno strumento nazionale di valutazione e comunicazione dell’impronta ambientale, una sorta di «firma ecologica» che identifica i prodotti a basso impatto ambientale.

Come indicato dal Ministero, l’obiettivo del «Made Green in Italy» è valorizzare le eccellenze italiane con prestazioni ambientali elevate, offrendo ai consumatori un riferimento chiaro per scelte d’acquisto più consapevoli. Il logo, composto da una stella a cinque punte colorate racchiusa in un cerchio spezzato, è destinato a diventare sempre più riconoscibile, aiutando i prodotti italiani a distinguersi anche per il loro impegno nella tutela dell’ambiente.

Copertina : Unsplash

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