Come salvare il made in Italy? – La crescente difficoltà nel reperire manodopera qualificata rappresenta una sfida cruciale per le imprese artigiane italiane. Secondo un rapporto di Confartigianato del 2024, le piccole imprese hanno riscontrato difficoltà nel coprire il 48,1% delle posizioni aperte, con il settore artigiano che registra una carenza del 55,2%.
A livello nazionale, il presidente di Confartigianato, Marco Granelli, ha sottolineato l’importanza di una formazione che unisca sapere teorico e competenze pratiche. Granelli ha dichiarato: «Per colmare il gap tra domanda e offerta di lavoro bisogna partire dalla scuola, che deve imparare ad insegnare la ‘cultura del lavoro’, mischiando sapere e saper fare».
La carenza di personale qualificato non solo minaccia la produttività delle imprese, ma mette anche a rischio la sopravvivenza di mestieri artigianali tradizionali, pilastri del patrimonio culturale italiano. Senza interventi mirati, competenze uniche potrebbero andare perdute, impoverendo il tessuto produttivo e culturale del Paese.
Per affrontare questa emergenza, Confartigianato Arezzo continua a promuovere stage formativi, eventi di sensibilizzazione e corsi di specializzazione, coinvolgendo direttamente gli artigiani nel ruolo di formatori. L’obiettivo è creare un ponte solido tra formazione e impresa, garantendo un ricambio generazionale che preservi e valorizzi le eccellenze del Made in Italy.
È fondamentale che le istituzioni supportino queste iniziative con politiche attive per il lavoro, incentivi alle assunzioni e un sistema educativo in linea con le esigenze del mercato. Solo attraverso una sinergia tra formazione, imprese e istituzioni sarà possibile trasformare la crisi attuale in un’opportunità di crescita e innovazione per l’artigianato italiano.
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