Nel corso del 2017 le esportazioni tricolori hanno segnato una crescita pari al 7,4%. A dirlo è l’Istat, che conferma come il Made in Italy stia vivendo un momento di particolare salute. Il Made in Italy è sempre più apprezzato in Paesi extra-Ue quali USA, Cina e Russia come pure nell’area UE.
Rilevante il fatto che l’Italia sia il primo fornitore europeo degli U.S.A.!
E’ il successo di un marchio ormai identificato da tutti come sinonimo di qualità, oltre che di stile. Il Made in Italy ha una particolarità: è il più “made in” di tutti. Soprattutto le piccole e medie imprese che, non dimentichiamo, rappresentano oltre il 90% della produzione, hanno sempre dato grande importanza al territorio ed alla produzione per filiera e nei distretti, limitando al minimo processi di delocalizzazione (spesso definita selvaggia in molti paesi) e privilegiato il controllo della filiera produttiva.
Così il Made in Italy è realmente prodotto entro i confini nazionali e questo fatto è positivamente percepito dai mercati, anche in assenza di una ferrea legge sul “made in” che non riesce ad essere votata dalle autorità per le pressioni delle lobbies dei paesi che hanno ridimensionato il peso dell’industria locale a favore del trading.
Qualità dalla tavola alla moda
I settori chiave della crescita vanno dall’abbigliamento e prodotti in pelle, al tessile, all’alimentare, alla meccanica e ai manufatti vari (metallici e non) ed alla farmaceutica.
La crescita è stata esponenziale nell’agro-alimentare, ma tenendo presente che in tutti settori suaccennati il Trade Performance Index (emanazione del WTO) pone l’Italia in testa alle classifiche con 2 primi e due secondi posti.
A farla da padroni sono il vino, i formaggi, l’olio, i salumi e la pasta. Confermando che l’Italia è da considerarsi a tutti gli effetti un paradiso del buon cibo e dei migliori prodotti alimentari. Del resto, non dobbiamo dimenticare che l’Italia è la nazione che vanta il più alto numero di riconoscimenti dell’Unione Europea per quanto riguarda le specialità agroalimentari. Su 4 vini europei certificati 1 è italiano. Complessivamente abbiamo ben 532 riconoscimenti europei al nostro vino.
L’altro comparto vincente è quello della moda italiana. Trionfano le aziende italiane dell’abbigliamento e delle calzature, segmento già storicamente trainante, affiancate dall’occhialeria. Settori merceologici in cui l’eccellenza del Made in Italy riceve un crescente apprezzamento.
E le proiezioni al riguardo incoraggiano aspettative ancora più rosee: si prevede una crescita dell’abbigliamento fino a 3,5 miliardi (partendo da una quota di 2,6 mld), e del calzaturiero fino a 1,7 miliardi. L’incremento verrà in modo particolare da mercati come quello cinese e russo che, insieme ad altri “paesi emergenti”, stanno trainando la richiesta di Made in Italy in maniera sempre più forte.
Prodotto italiano Status Symbol
A influire su questo trend è senz’altro il concetto di prodotto italiano di qualità come status symbol. Che riassume in un solo concetto più ingredienti di un’unica ricetta vincente fatta di creatività, innovazione, eccellenza qualitativa e design. È questo il riflesso di un’Italia, e quindi del commercio italiano, in grado di porsi – in tutto il mondo – come interlocutore preferenziale per molti settori della produzione.
Così, il Made in Italy viene percepito all’estero come un’offerta di eccellenze, espressione di una cultura e di una storia antica ma, anche, estremamente moderna. Queste eccellenze sono, tra l’altro, frutto del processo virtuoso messo in moto dai distretti industriali, che hanno visto – dopo una fase di flessione – una crescita imponente che ha fatto di gran lunga superare i livelli pre-crisi.
Green Economy, nuove prospettive
Tra gli elementi vincenti dell’offerta italiana, inoltre, comincia a giocare un ruolo sempre più importante la scelta della sostenibilità. Le aziende italiane che hanno scommesso sulla green economy sono anche quelle che hanno segnato le migliori performance sul livello delle esportazioni. Un aspetto che fa sentire il suo peso nel settore agroalimentare. L’Italia, infatti, è il Paese che si offre sul mercato con il minor numero di prodotti con residui chimici, sbaragliando letteralmente la concorrenza europea ed extra-europea. E primeggiando per numero di aziende biologiche.
Con un mix di tradizione, eccellenze produttive e creatività, il Made in Italy è destinato a crescere ancora.